Una visione lucida e disincantata del gioco che Renzi sta giocando, e dei fili che lo fanno muovere.
Jakub J. Grygiel insegna alla P.H. Nitze School della Johns Hopkins University ritenuta il vertice dell’insegnamento per le Relazioni Internazionali (in compagnia di F. Fukuyama e Z. Brzezinki), consulente OECD e World Bank, pubblica su American Interest e Foreign Affairs. Proprio sul numero di Settembre della rivista americana che dà voce a gli studiosi degli scenari internazionali e della geopolitica dal punto di vista americano, Grygiel lancia la visione (qui) di una Europa in cui ritornano di centralità gli Stati-nazione. Ma non lo fa come lo farebbe un giornalista decerebrato dal tormentone retorico del terrore per il ritorno dei nazionalismi e dei populismi, lo fa da sano realista, intuendone la necessità e poi cogliendone le opportunità.
Grygiel definisce l’UE “sconnessa, inefficace ed impopolare” e più avanti “in chiaro deficit democratico”. Crisi dei migranti, asimmetrie non più sostenibili all’interno della zona euro, paralisi geopolitica nei confronti della Russia…
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